Chi sarà il prossimo papa? Nemmeno il Giubileo ferma i giochi di potere per la successione di Francesco
La lotta per il controllo della Chiesa prescinde dallo stato di salute del papa di turno. Neanche il pontificato di Bergoglio sfugge a questa regola non scritta
Nei primi mesi del suo pontificato papa Francesco firmò una lettera di dimissioni nel caso fosse stato colpito da una malattia che ne precluda in modo permanente le capacità decisionali e di governo. Era il 2013 ma per diversi anni non se ne è saputo nulla. Lo scoop è stato rivelato alla fine del 2022 da Abc ed è stato confermato successivamente dallo stesso pontefice durante un’intervista alla Associated press. A marzo scorso, nella sua autobiografia scritta con il vaticanista Fabio Marchese Ragona, Bergoglio è tornato sull’argomento precisando che, in caso di dimissioni, diversamente dal suo predecessore, Benedetto XVI, lui non sarebbe diventato papa emerito, ma “semplicemente vescovo emerito di Roma”, insediandosi nella basilica di Santa Maria Maggiore “per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati”.
Il pontefice ha peraltro ribadito che “nonostante i momenti di difficoltà” - come per esempio le due operazioni al colon e all’intestino del 2021 e del 2023 - si tratta “di un’ipotesi remota” perché non ci sono “motivi talmente seri “da far pensare a questa possibilità, mai presa in considerazione”. Nonostante ciò, i rumors circa il potenziale successore e i giochi di potere all’interno della Curia per accaparrarsi il trono di Pietro che storicamente accompagnano un papa cattolico per tutto il suo mandato sin dal primo giorno di insediamento, non risparmiano nemmeno Bergoglio. E non si fermano nemmeno con il Giubileo 2025, il secondo del suo pontificato.
Zuppi in pole position?
Di nomi che potrebbero essere protagonisti del prossimo Conclave ne circolano diversi. Vengono…
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L’inchiesta prosegue sul sito di Dossier - Romatoday
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